Rubrica specifica permanente sulla PACE

Mappa della Nonviolenza

Il mosaico delle nonviolenze

di SERGIO PARONETTO


La strada nonviolenta è lunga, drammatica e concreta. La nonviolenza non è una dottrina compiuta o un sistema di pensiero. Non segue un metodo univoco o una tecnica predeterminata (c'è chi ha contato più di 200 tecniche nonviolente). È un'esperienza. Anzi, una varietà di esperienze attuate da coloro che hanno camminato "con una spiga tra i denti" guardando lontano. È importante guardarsi attorno e fare memoria storica. Attivare i punti di riferimento culturale. Verificare la rete delle nonviolenze. Ne ricordo qualche filo, sicuro di dimenticarne alcuni. Il loro studio richiederebbe, per ognuno, anni di analisi, decenni di approfondimenti e, probabilmente, molte vite. Sarebbe già molto se ci aiutasse a vivere meglio gli anni veloci della nostra esistenza. Se favorisse un percorso formativo minimo scandito in più tappe. In modo sommario è possibile individuare le dodici tessere più significative del mosaico nonviolento.

nonviolenza gandhiana di matrice induista nonviolenza buddista nonviolenza musulmana nonviolenza ebraica nonviolenza cristiana nonviolenza ebraica nonviolenza esistenzialistica o personalistica nonviolenza come movimento pedagogico nonviolenza umanistica e illuministica nonviolenza degli stili di vita nonviolenza ebraica nonviolenza ecumenica
  1. La nonviolenza gandhiana di matrice induista ma, sostanzialmente, inter-religiosa e universale, in simbiosi con il cristianesimo di Tolstoj (il cui primo esperimento di educazione nonviolenta risale al 1862) o di Teresa di Calcutta. Gandhi, che ha avuto legami con il Sud Africa e con la cultura anglosassone, ritiene che le religioni siano rami di uno stesso albero dalle radici nonviolente. Il Mahabharata, uno dei più importanti testi della tradizione indù, definisce la nonviolenza (ahimsa) "la più grande delle virtù". Tra i molti, si inseriscono in questo filone "classico" Vinoba Bhave, Lanza del Vasto e gran parte del Movimento nonviolento internazionale. In ambito giainista spicca la figura di Acharya Tulsi con la sua Dichiarazione per un Mondo Nonviolento e per l'Armonia Ecologica mediante la Trasformazione Spirituale (1995).
  2. La nonviolenza buddista presente, ad esempio, tra i seguaci di Tenzin Gyatso (Dalai Lama) e nel movimento femminile tibetano di Phuntsok Nyidron, tra i monaci tibetani contro il dominio cinese fin dagli anni Cinquanta e tra i monaci vietnamiti contro gli Stati Uniti negli anni Sessanta. Ci sono anche buddisti statunitensi, già soldati reduci dal Vietnam, come Claude Anshin Thomas. Esponenti di rilievo del "buddismo socialmente impegnato" sono oggi il monaco vietnamita di tradizione zen Thich Nhat Hanh, il cingalese Aryaratna, il tailandese Sulak Sivaraska, l'indiano Bhimrao Ramji Ambedkar, i giapponesi Nikkyo Nawano e Daisaku Ikeda. Buddista tailandese vincitore del premio Unesco 1994 per l'educazione alla pace è Prayudh Payutto. Tra le associazioni si può citare la Buddhist Peace Fellowship, lo Zen Pacemaker Order, la Rissho Koseikai (di Nikkyo Niwano), la Soka Gakkai.
  3. La nonviolenza musulmana: Tierno Bokar nel Mali; Abdul Ghaffar Khan o Badshah Khan (già collaboratore di Gandhi) in Pakistan, fondatore dei Khuda-i Khidmatgar (o "servi di Dio"); Mahmoud Mohammed Taha in Sudan (condannato a morte per "eresia" nel 1985); Cheikh Amadou Bamba nel Senegal, capo spirituale della confraternita Murid. In tale contesto possiamo citare Thomas Sankara, presidente del Burkina Faso negli anni '80, la sudanese Fatima Ahmed Ibrahim, l'iraniana Shirin Ebadi, Premio Nobel per la pace 2003; Rabia Terri Harris è la fondatrice della Società Musulmana per la Pace (Mpf) che si occupa della nonviolenza islamica ed è affiliata alla Fellowship of Reconciliation (Ifor).
  4. La nonviolenza ebraica insita nello "shalom" messianico e profetico dell'Antico Testamento, da Isaia ad Amos, da Giobbe a Geremia e, oggi, da Martin Buber a Emmanuel Levinas, da Hannah Arendt a Etty Hillesum, da Edith Stein a Primo Levi. Studiosi recenti del contributo ebraico alla nonviolenza-riconciliazione sono Marc Gopin (con l'organizzazione Hesed) e il rabbino Shaul Magid, uno dei fondatori del Children of Abraham Institute (Chai); Jeremy Milgrom è fondatore di Clergy for Peace (Sacerdoti per la pace) e direttore associato dei Rabbis for Human Rights (Rabbini per i diritti umani); esistono anche un Arab/Jewish Project, una Associazione Inter-religiosa Israeliana e vari Istituti orientati all'educazione alla pace.
  5. La nonviolenza cristiana radicata nel Vangelo e praticata da uomini come Massimiliano, Francesco d'Assisi, Pietro Valdo, Erasmo da Rotterdam, Bartolomè de las Casas, testimoniata dai Quaccheri, dai Piccoli fratelli e dalle Piccole sorelle di padre De Foucauld, dai monaci trappisti uccisi a Thibirine in Algeria nel '96, dai gesuiti centroamericani (come Ignacio Ellacuria) uccisi con altre due donne in Salvador nel 1989, e così da Martin Luther King a Thomas Merton, da Simone Weil a Valdo e Tullio Vinay, da Guido Plavan a Carlo Lupo, da Giovanni XXIII a Giovanni Paolo II, da Pierre Claverie ad Albert Schweitzer, da Helder Camara a Marianella Garcia, da Oscar Romero a Leonidas Proano, da Primo Mazzolari a Tonino Bello, da Ernesto Balducci a David Maria Turoldo, da Jean Goss a Hildegard Goss-Mayr , dall'Abbè Pierre a Raoul Follereau, da Bernard Haering a Paul Gauthier, da Teresa di Calcutta ad Annalena Tonelli, da Moreno Locatelli a Graziella Fumagalli.
  6. La nonviolenza esistenzialistica o personalistica di Paul Tillich, Karl Jaspers, Max Scheler, Erich Fromm, Emmanuel Mounier, Italo Mancini, Paul Ricoeur. In tale ambito sono interessanti sia la rilettura di Gandhi proposta da Giulio Girardi alla luce della teologia-pratica latinoamericana di liberazione e del personalismo, sia il confronto a distanza tra il teologo Juergen Moltmann e il filosofo Ernst Bloch.
  7. La nonviolenza come esperienza politica e culturale ("laica"-"religiosa") di Aldo Capitini, Edmondo Marcucci, Emma Thomas, Ezio Bartalini, Andrea Caffi, Umberto Calosso, Remigio Cuminetti, Carlo Cassola, Hedi Vaccaro, Danilo Dolci, Luigi Sturzo, Giorgio La Pira, Zeno Saltini, Giuseppe Dossetti, Domenico Sereno Regis, Alexander Langer, Leopold Sedar Senghor, Willy Brandt, Olof Palme, Ibrahim Rugova, Vaclav Havel, Alessandro Pertini, Lelio Basso, Norberto Bobbio, Pietro Ingrao, Oscar Luigi Scalfaro e altri uomini o gruppi politici che si stanno affacciando alle soglie della nonviolenza.
  8. La nonviolenza come movimento pedagogico: Maria Montessori, Lorenzo Milani, Paulo Freire, Ivan Illich, Raimon Panikkar. Oggi il "Manifesto 2000" dei Premi Nobel per la pace propone una mobilitazione mondiale per la diffusione della nonviolenza. A suo favore giocano sicuramente la grande poesia, la buona musica, la canzone d'autore, le esperienze di teatro e di cinema, alcune attività sportive, lo spirito di festa, la grande mistica, la contemplazione.
  9. La nonviolenza umanistica e illuministica sfociata nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo del 1948, che trova tra le sue fonti ispiratrici l'idea spinoziana-volterriana di tolleranza, il progetto kantiano di pace perpetua e, oggi, l'istanza scientifica di Albert Einstein, di Bertrand Russel e del Movimento degli Scienziati per il Disarmo, il pensiero della differenza e l'apporto di gruppi e movimenti femminili (presenti in ogni altra area nonviolenta), evidenziato all'Assemblea per i diritti delle donne del novembre 2003, durante il Forum Sociale Europeo di Parigi, nel Forum delle donne durante il IV Forum Sociale Mondiale di Mumbai del gennaio 2004 e in recenti pubblicazioni.
  10. La nonviolenza della Carta dell'Onu del 1945 che si articola nei numerosi organismi delle Nazioni Unite. Essa si presenta come regola dei rapporti internazionali e come orizzonte politico primario sia nella Dichiarazione di Nuova Delhi del 27 novembre 1986, voluta da Mikhail Gorbaciov e da Rajiv Gandhi, che propone un mondo "libero dalle armi nucleari e nonviolento", nell'"Agenda per la pace 1992" di Boutros Ghali; il "Rapporto sulla prevenzione del conflitto armato", presentato da Kofi Annan nel giugno 2001, cerca di svilupparne le intuizioni e la prospettiva.
  11. La nonviolenza degli stili di vita presente nella mobilitazione collegata all'Appello dei "Beati costruttori di pace" del Veneto che dal 1986 ha raccolto idealmente, nell'Arena di Verona, attivando numerose associazioni e parrocchie, le varie iniziative contro gli "euromissili", i "mercanti di morte", l'industria bellica, il razzismo, il degrado ecologico, la fame nel mondo, il consumismo, fino al "ripudio", in nome della Costituzione italiana, della guerra nel Golfo Persico (e di tutte le guerre) e all'indicazione personalizzata della "sobrietà felice" riguardante la pace come stile di vita, "Contro la fame, cambia la vita" o "Contro il sistema di guerra, cambia l'economia".
  12. La nonviolenza ecumenica espressa nella trilogia "Pace Giustizia e Salvaguardia del Creato" sviluppata negli incontri di Basilea (1989), di Seoul (1990), di Graz (1997) e nella Carta Ecumenica (aprile 2001). Numerosi sono i centri ecumenici o inter-religiosi attivi grazie all'elaborazione di teologi come Dietrich Bonhoeffer, Yves Congar, Paul Couturier, Oscar Cullmann, Germano Pattaro, Mario Sbaffi, Valdo Vinay e all'azione di uomini e donne come Michel Kayoya, Louis Massignon, Bruno Hussar, Bruno Segre, Pelagio Visentin, Benedetto Calati, Giovanni Vannucci, Valeria Maria Pignetti, Maria Vingiani, Brunetto Salvarani, Enzo Bianchi, Roger Schutz, Marcelo Barros, Gianni Novello, Enrico Chiavacci, Luigi Adami e altri. Tra i laboratori di ecumenismo è possibile citare Taizè, Bossey, Prali, Bose, Camaldoli, Venezia, Verona, S. Zeno di Colognola ai Colli, Padova, Bari, Perugia, Firenze, S. Pietro alle Stinche, Campello, Roen, Roma, Lione, Dombes, Maguzzano, Taddeide, Ottmaring, Darmstatt, Gnadental, Centro Uno, Biblia, Segretariato Attività Ecumeniche (Sae), Sidic, Sefer, Qol, Cipax, Religioni per la Pace, Nevè Shalom - Wahat as-salam, Consiglio Ecumenico delle Chiese, Centro Francescano Internazionale per il Dialogo, Church and Peace, Ecumenical New International, Associazione per l'amicizia ebraico-cristiana.

Itinerari e sperimentazioni

La varietà delle nonviolenze è collegata, ovviamente, a realtà concrete, a sfide reali, a problemi presenti in epoche e luoghi diversi. Ripercorrendo e ampliando alcuni filoni citati, è utile specificare che, nonostante grandi difficoltà e risultati non sempre adeguati (ma la nonviolenza è sempre una sperimentazione aperta e perfettibile), la nonviolenza continua a camminare. Oggi può essere pensata e praticata in molte direzioni. Ne elenco, schematicamente, le più note (almeno quattordici), sicuro di dimenticarne altre.

Movimento di liberazione nazionale Movimento di resistenza Movimento di superamento dell'"apartheid Movimento per la difesa e lo sviluppo dei diritti umani Lotta per la democrazia, movimento di resistenza civile Movimento per i diritti economici e sociali Azione preventiva delle guerre Formazione ed educazione alla pace Associazionismo del "popolo della pace" Campagne di mobilitazione Informazione Politica internazionale delle "città per la pace" Movimento contro la mafia e la criminalità Nonviolenza "giuricostituente"
  1. Movimento di liberazione nazionale, lotta per l'indipendenza e per una nuova società, in particolare per l'India, a partire da Gandhi e dal gandhismo oggi operante, tra l'altro, nel Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, sezione italiana della War Resisters' International, nel Movimento Internazionale della Riconciliazione (Mir) o International Fellowhip of Reconciliation (Ifor), nella Nonviolent Peace Force, nell'istituto Wardha Wardhan Pradashani (che coordina 40 istituzioni gandhiane), nelle organizzazioni che si richiamano a Martin Luther King, ad Aldo Capitini, a tanti testimoni di pace in ogni punto del pianeta.
  2. Movimento di resistenza nei confronti di occupazioni e invasioni, come avvenuto durante la seconda guerra mondiale in Danimarca e in Norvegia. È utile ricordare, al riguardo, le testimonianze di Leonhard Ragaz, Josef Mayr-Nusser, Franz Jaegerstaetter, Etty Hillesum, Margarete Buber-Neumann, Dietrich Bonhoeffer, Franz Thaler; di Romano Guardini e dei giovani della "Rosa Bianca" (Hans e Sophie Scholl, Alexander Schmorell, Willi Graf, Christoph Probst); di nuovi "martiri" come Leonardo Dallasega, dell'irlandese Mairead Corrigan; in alcuni paesi europei si è organizzato nel 1972 il boicottaggio del caffè a favore dell'indipendenza dell'Angola.
  3. Movimento di superamento dell'"apartheid" in Sud Africa, lotta per la costruzione di uno stato democratico inedito (tra i molti, Albert Luthuli, Nelson Mandela, Desmond Tutu, Beyers Naudè, Denis Hurley) dopo una lunga mobilitazione internazionale antirazzista e per la liberazione di Mandela; le grandi difficoltà che oggi il Sud Africa sta attraversando non possono attenuare il ricordo di una delle più grandi esperienze di nonviolenza politica.
  4. Movimento per la difesa e lo sviluppo dei diritti umani, soprattutto negli Stati Uniti, da David Thoreau a Richard Gregg, da Martin Luther King (con lui nell'organizzare la famosa marcia del 1963 c'erano Ralph Abernaty, Wyatt Tee Walk, Bayard Rustin, Walter Fauntroyr, Roy Wilkins) a Jody Williams, da Cesar Chavez alle Dominican Sisters (Jacqueline Hudson, Ardete Platte e Carol Gilbert), da Rosemary Lynch ai fratelli Philip e Daniel Berrigan, da Voices in the Wilderness (Kathy Kelly) al movimento Catholic Workers (Dorothy Day e Peter Maurin), dalla mobilitazione di Helen Prejean contro la pena di morte al movimento pluralistico 2003-2004 contro le guerre e a United for Peace, da Plowshares (vomeri) al Sanctuary Movement (movimento per il diritto d'asilo), da Peaceful Tomorrows (associazione dei familiari delle vittime dell'11 settembre 2001) al School of Americas Watch (Roy Bourgeois). Inoltre, dalle Donne in Nero al Movimento Internazionale di Solidarietà (cui appartenevano Rachel Corrie e Tom Hurndall uccisi in Palestina), da Ground Zero for Noviolent Action di Bremerton alla Jonas House di Baltimora, da Global Exchange a Cities for Peace, dalla Franciscans International all'Ordine francescano secolare d'Italia. In Palestina e in Israele operano, tra laltro, Parents' Circle (associazione di famiglie israeliane e palestinesi), Peace Now, Action for Peace, Gush Shalom, Tàyyush, Yesh Gul, Arab Educational Institute, Centro Wìam, Centro Risoluzione Conflitto e Riconciliazione (Ccrr), Alternative Information Center (Aic), il lavoro congiunto della scuola palestinese S. Giuseppe di Nazareth e di quella ebraica di Gerusalemme Lyada, coordinato da Emile Shoufani; l'opera di Ibrahim Faltas a Betlemme; la Peace Research Institute in the Middle East (Prime); la Palestinian Center for NonViolence Studies di Mubarak Awad e il Patriarcato latino di Gerusalemme.
  5. Lotta per la democrazia, movimento di resistenza civile contro dittature o regimi autoritari: la Polonia di Solidarnosc negli anni Ottanta, le Filippine del People's Power (1986), il Sud Africa dei Children's Power (1986), la Birmania o Myanmar di Aung San Suu Kyi. Imponenti sono state le vicende dell'Est europeo legate al crollo del muro di Berlino (la "via baltica", Lipsia 1989, il movimento cecoslovacco). Sconvolgente il dramma del movimento democratico studentesco di Pechino, travolto nel 1989 a Piazza Tien An Men. In altre latitudini, è necessario tenere a mente la tragedia dei "desaparecidos" sudamericani e, quindi, le Madres e Abuelas de Plaza de Mayo o Perez Esquivel (Argentina), Juan Gerardi, Josè Ruiz Furlan e Rigoberta Menchù (Guatemala), Samuel Ruiz (Messico), Michel Sabbah (Palestina), le iniziative "Nunca mas" o Hijos o i nuovi movimenti sociali di matrice indigenista o sub-urbana; nel 2004 nasce anche la "Commissione Internazionale dei Diritti Umani" del Mercosur per iniziativa del governo argentino di Kirchner e del governo brasiliano di Lula.
  6. Movimento per i diritti economici e sociali, in particolare per la terra, per la casa, per la sovranità alimentare, per l'acqua, per la difesa della natura: da Chico Mendes al Movimento Sem Terra brasiliano a Via Campesina, dal movimento indigeno ecuadoriano o boliviano per la terra e le risorse naturali a quello per la difesa dell'infanzia (come Manthoc, Ifejant, Educatori di strada), dal movimento Ninos y adolescentes trabajadores (Nats e Molacnats) alla Marcia globale contro lo sfruttamento del lavoro infantile (Global March), dal "Manifesto dell'acqua" di Riccardo Petrella al "Manifesto sul futuro del cibo" di Vandana Shiva e alla mobilitazione indiana contro le dighe di Medha Patkar e Arundhati Roy, dal movimento per i diritti dei "dalit" (indiani) alla New Entity Social Action (Nesa), dalle esperienze di educazione ai diritti nel Congo alle iniziative popolari di Nairobi descritte da Zanotelli nel libro Korogocho, dal tentativo di bloccare i progetti latinoamericani denominati Alca (Area di libero commercio delle Americhe), Plan Colombia e piano Puebla-Panama all'inedita esperienza politica brasiliana guidata dal nuovo presidente Ignacio Da Silva (Lula), che è figlia, a un tempo, della teologia della liberazione, della dottrina sociale della Chiesa, della lotta nonviolenta di milioni di persone nell'arco di molti decenni. In tale ambito cresce il cantiere di Porto Alegre che comprende le varie articolazioni del Forum Mondiale di Porto Alegre, del Forum mondiale delle alternative, del Forum Sociale Europeo e di altri Forum continentali (come quello asiatico di Mumbay del gennaio 2004), del Centre Tricontinental, del Transnational Institute. Essi operano per nuove regole del commercio mondiale, per un'economia di giustizia, per la finanza etica, per il consumo critico, per la cooperazione internazionale, per lo sviluppo sostenibile, per il Protocollo di Kyoto. Tra le tante, è utile ricordare l'iniziativa popolare di Scanzano Jonico (novembre 2003) continuata con Scansiamo le scorie; realtà come Wuppertal Institute, Climate Action Network (Can), Centro Nuovo Modello di Sviluppo di Vecchiano (Pisa); tra le organizzazioni: Alternative Trade Organisations, Proutist Universal, Associazione Botteghe del Mondo, Robe dell'Altro Mondo, Cooperazione Terzo Mondo (Ctm)-Altromercato, TransFair, Equomercato, Commercio alternativo, Sir John Ltd., Federazione mondiale delle Organizzazioni del Commercio equo (Fto Mark), Forum Consumo Critico, Bilanci di giustizia, Gruppi acquisto solidale (Gas), Associazione Finanza Etica, Terra Futura, Lunaria, Civitas, Tuttaunaltracosa, Terra Futura, Fondazione culturale Responsabilità Etica, Microfinanza, Microcredito sociale, Movimento per l'autogestione (Mag),  Progetto europeo Macramè, Acea, Khorakhane, Terra Madre, Terra Nuova, Terra Patria, La buona terra, Survival, Associazione per i popoli minacciati (Apm) e altro. Dopo l'alleanza, creatasi a Cancun nel 2003, per una nuova politica economica promossa da 22 paesi contrari all'Organizzazione Mondiale del Commercio, nel gennaio 2004 si è costituito un gruppo tecnico organizzato dai governi brasiliano, cileno e francese, che hanno approvato la "Dichiarazione d'Azione contro la fame e la povertà".
  7. Azione preventiva delle guerre (Mir Sada, Operazione Colomba, Associazione Giovanni XXIII, Ambasciate di pace, Agenzie per la democrazia locale, Operazione I Care a Pristina del dicembre 1998, Corpi civili di pace, Caschi bianchi), durante le guerre ("Solidarietà di pace" a Sarajevo del dicembre 1992, "Anch'io" a Bokavu-Butembo nel marzo 2001, campagna "Break the Silence/Peace for Africa", "Action for peace" in Palestina tra marzo-aprile 2002, accordo di Ginevra tra palestinesi con Abed Rabbo e israeliani con Yossi Beilin del primo dicembre 2003) e dopo le guerre per la ricostruzione e per la prevenzione di nuovi conflitti. A tale riguardo, stanno maturando e crescendo in alcune città Scuole per la pace o corsi (universitari e/o comunali) per mediatori di conflitti e operatori di pace (Pisa, Firenze, Padova, Verona, Milano, Bologna, Roma, Torino, Napoli); si sviluppano studi di "politica dell'azione nonviolenta" o di "trasformazione nonviolenta dei conflitti" o di "difesa nonviolenta": International Alert, Saferworld, Center for Human Rights and Democratic Studies, Mouvement pour une Alternative Nonviolente, Centro Studi Difesa Civile, Berretti Bianchi, ipotesi di un "Istituto Internazionale di Ricerca per la Pace e i Conflitti". In Kenya opera "Africa Peace Point" che organizza colloqui e i seminari di riconciliazione per comunità centroafricane, coordinati da Kizito Sesana.
    L'associazione "Amani People's Theatre" è un esempio dell'uso del teatro come mezzo di risoluzione dei conflitti. Sulle questioni concernenti i conflitti e la loro prevenzione-gestione, rammento le analisi e le proposte di esperti come Gene Sharp, Pat Patfoort, Johan Galtung, Dudley Weeks, Brian Martin, Giuliano Pontara, Antonino Drago, Antonio L'Abate, Enrico Peyretti, Nanni Salio, Peppe Sini, Angelo Cavagna, Giuliana Martirani, Jean-Marie Muller, il thailandese Chaiwat Satha-Anand, il vietnamita Thich Nhat Hanh, l'ecologista Arne Naess, l'ecumenico Wilfried Warneck. Tra le molte realtà, in tale contesto operano la Rete "Trascend", l'"Italian peace research institute" (Ipri), l'"International peace research association" (Ipra), il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, gli "Amici di Aldo Capitini", la "Lega per il disarmo unilaterale", le "Brigate Internazionali della Pac"e (Pbi), l'"Associazione obiettori nonviolenti" (Aon), la "Lega obiettori di coscienza" (Loc), "Satyagraha", il Forum "Bastaguerra", i Coordinamenti contro le guerre, il Forum (nazionale) permanente contro la guerra, la Convenzione permanente delle donne contro le guerre, il network italiano ed europeo per il disarmo, la Rete italiana per il Disarmo ("ControllArmi"), il "Comitato per la Difesa Popolare Nonviolenta", il Tribunale morale indipendente sui crimini di guerra Usa e inglesi in Irak, il Comitato "Verità e Giustizia" di Genova, "Gettiamo le basi", "Gruppi di azione nonviolenta" (Gan) collegati al Movimento Nonviolento e alla Rete Lilliput, Gruppi di Lavoro Tematico (Glt) della Rete Lilliput, "Ostinati per la pace", "Articolo 11", "Non muri ma ponti".
  8. Iniziativa di alfabetizzazione, formazione ed educazione alla pace: la "pedagogia degli oppressi-pratica della libertà" di Paulo Freire; la maieutica di Danilo Dolci; la descolarizzazione di Ivan Illich; l'intercultura di Raimon Panikkar; il progetto di convivenza promosso dal villaggio israelo-palestinese "Nevè Shalom-Wahat as-Salam", fondato da Bruno Hussar, pioniere delle attività di intercultura (c'è anche un'Associazione Italiana Amici di Nevè Shalom-Wahat as-Salam). Richiamo i molti centri culturali intitolati a Gandhi, Tolstoj, Aldo Capitini, Danilo Dolci, Sereno Regis, Primo Mazzolari, Tonino Bello, Lorenzo Milani, Giorgio La Pira, Ernesto Balducci, Oscar Romero, Helder Camara, Giovanni XXIII, Alexander Langer, ai martiri della mafia, a tanti testimoni di pace. Inoltre: le Scuole di formazione promosse da associazioni, istituzioni, fondazioni, istituti scolastici, università, monasteri, ordini religiosi, diocesi, enti locali e regioni; Scuola strumento di pace, Scuola per l'Alternativa di Torino, "Centro di Educazione alla Mondialità" (Cem), "Centro unitario per la cooperazione missionaria" (Cum), Istituto Studi di Politica Internazionale (Ispi), "Movimento Cooperazione Educativa" (Mce), "Movimento Educatori Milaniani" (Mem), Centro interdipartimentale di ricerca e servizi sui diritti della persona e dei popoli presso l'Università di Padova, "Primavera dell'Europa", "Associazione Diritti Umani-Sviluppo Umano", "Educazione per la cittadinanza democratica" (Ecd), "Progetto Mondo" del "Movimento Laici per l'America Latina" (Mlal), "Cantieri di pace", Centro Studi e Ricerche per la pace di Trieste, Società Italiana di Scienze Psicosociali per la pace di Firenze, Università Internazionale delle Istituzioni dei popoli per la Pace di Rovereto e Trento; Centri Interculturali o Internazionali di Università (negli Stati Uniti, ad esempio, 75 Università hanno programmi di ricerca per la pace; in Italia 13); il Centro Psicopedagogico di Piacenza; il Centro Studi e Formazione di Pax Christi; "Dialoghi di pace", "Ridare la parola" (Comunità delle Piagge), "Passaparola" di Cagliari, Scuola di pace del Quartiere Savena di Bologna e altro tra cui il progetto di "Università Etica" per la "Condivisione della Conoscenza". È utile rammentare sempre il decisivo contributo di gruppi artistici, soprattutto teatrali e musicali, o di gruppi sportivi disponibili alla costruzione di legami internazionali fraterni (in ambito calcistico cito tra tutti, simbolicamente, il progetto Chievo Brasil e Piacenza-Unicef).
  9. L'associazionismo del "popolo della pace"con i vari Centri per i diritti umani; il Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani; la "Tavola della pace" che comprende Acli, Arci, Agesci, Cgil, Cisl, Pax Christi, Emmaus Italia, Coordinamento iniziative popolari di solidarietà internazionale (Cipsi), Lega italiana per i Diritti e la Liberazione dei popoli, Associazione per la pace, Francescani del Sacro Convento di Assisi, Centro per la pace Forlì-Cesena, Fondazione Italiana Volontariato, Consorzio Italiano di Solidarietà (Ics), Associazione Banca Etica, Focsiv-Volontari nel mondo, Mani Tese, Peacelink, Movimento Federalista Europeo, Beati i costruttori di pace, Comunità di accoglienza (Cnca). Essa è collegata sia al Coordinamento Nazionale degli Enti locali per la pace e i diritti umani che alle Assemblee biennali dell'"Onu dei popoli" che è parte del network "Ubuntu" per la riforma delle istituzioni internazionali, da cui è nato il Comitato italiano per l'Onu dei popoli. Si può, inoltre, ricordare, l'arcipelago della Rete Lilliput, l'Associazione delle Ong, il Coordinamento organizzazioni non governative per la cooperazione internazionale allo sviluppo (Cocis), la rete europea delle Ong di emergenza e di sviluppo (Concord), la comunità di SantíEgidio (Genti di pace), il coordinamento Sentinelle del Mattino, il Servizio Missionario Giovani (Sermig) con l'Arsenale della Pace e l'Università del Dialogo, Retinopera, i Centri Studi Immigrazione della Caritas, Migrantes, Consiglio Italiano Rifugiati (Cir), Centro Studi Immigrazione (Cestim), Tante Tinte, Nessun luogo è lontano, Comitato di solidarietà col popolo eritreo, Arcoiris, Iroko, Giraffa, le Feste dei popoli, gli Altrifestival, le Carovane della pace, il Gruppo Abele, il coordinamento Libera-Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, Comunità cristiane di base, Noi siamo Chiesa, Amani, Cuore amico, Giovani per un mondo unito, Cittadini del Mondo, Movimento Cittadini Europei, Fondazione Internazionale Lelio Basso, Peoples' Law Programme, Azione Aiuto. Inoltre, l'Osservatorio Commercio Armamenti (Oscar); l'Archivio Disarmo; l'Osservatorio Permanente Armi Leggere (Opal); la Rete regionale disarmo Lombardia, il Network-disarmo collegato alla Rete Lilliput, l'Osservatorio sulle guerre dimenticate, la "Fondazione Venezia" per la ricerca sulla pace e il suo Annuario della pace. Tra i molti organismi o movimenti: Società degli Amici (Quaccheri), Amnesty International, Human Rights Watch, Social Watch, Medici Senza Frontiere, Reporter Senza Frontiere, Medici del Mondo, Unione Medici Missionari italiani (Ummi), Emergency, Amref Italia, Attac, Terre des Hommes, Amici di Raoul Follereau (Aifo), Intervita, Insieme nelle Terre di Mezzo, Operazione Mato Grosso, Associazione Italia-Palestina, Un ponte per..., Tavolo di solidarietà con le popolazioni dell'Iraq, Intersos, Ipsia, Cooperazione internazionale (Coopi), Gruppo autonomo volontari civili (Gavci), Comunità Impegno Servizio Volontario (Cisv), Servizio civile internazionale (Sci), Associazione di cooperazione cristiana internazionale (Accri), Centro laici italiani per le missioni (Celim), Cooperazione e sviluppo (Cesvi), Associazione volontari per il servizio internazionale (Avsi), Movimento volontari (Movi), Forum Terzo Settore, Civitas, Società per l'imprenditoria giovanile (Ig), Cittadinanzattiva, Associazione internazionale volontari laici (Lvia), Movimento per la lotta contro la fame nel mondo (Mlfm), Movimento Laici America Latina (Mlal), Segretariato Internazionale Cristiano di Solidarietà America Latina (Sicsal), Gruppo volontariato solidarietà (Gvs), Volontariato Internazionale per lo Sviluppo (Vis), Servizio civile volontario, Volontari per lo sviluppo, Conferenza nazionale enti di servizio civile (Cnesc), Centro solidarietà internazionale Nord-Est Milano (Csi), L'avete fatto a me; Senza confini, Antigone, Rete Radiè Resch, Facciamo la pace, Lega Ambiente, Wwf, Greenpeace, Overseas, Centro internazionale Crocevia, Unimondo, Movimondo, Altrimondi, Associazione italiana turismo responsabile (Aitr), Pindorama, Oltre il confine. E poi: la rete associativa di Quarrata (Pistoia), la "Scuola di Pace" di Monte Sole, la "Fondazione Exodus", il Coordinamento comasco per la pace, Puntocritico, Sprofondo, Donne insieme, Il Cerchio, la "Casa della nonviolenza" di Verona, l'Associazione Villa Buri a Verona, la "Casa per la pace" di Tavarnuzze (Impruneta-Firenze), il Comitato Amicizia di Faenza, il Coordinamento Nord-Sud del mondo, Amici di tutti i popoli, Macondo di Pove del Grappa, la Comunità monastica di Rossano Calabro, il progetto "Artigiani di pace" del "Movimento Rinascita Cristiana", attività del Movimento dei Focolarini, la Pro Civitate Christiana di Assisi, il Sermis, la "Fondazione Pro Jerusalem", le Comunità dell'Arca.
  10. Campagne di mobilitazione tra le quali, oltre quelle promosse dai vari organismi delle Nazioni Unite (soprattutto in ambito Fao, Unicef, Oms, Unesco, Unhcr-Rifugiati, United Nations Development Program, Unpd), è possibile citare: "Chiama l'Africa", la Campagna italiana per i diritti umani e la pace in Sudan, la Campagna europea "Prima la Pace - Il petrolio alimenta la guerra in Sudan", l'Appello per "una grande politica per l'Africa che vuole cambiare", "Italia-Africa 2004", "Contro le mine antiuomo", "No excuse 2015", "Millennium development goals", "Sdebitiamoci", "Jubilee 2000 Coalition", "Sbilanciamoci", "Banche armate", "Manca Intesa", "Addio alle armi", Campagna per l'obiezione alle spese militari e per la realizzazione della difesa popolare nonviolenta, Campagna per il controllo dell'export di armi, Agenzia per riconversione dell'industria armiera lombarda, "Scelgo la nonviolenza". Inoltre: "Save the children", "Antislavery International", "Le vittime dimenticate", "Stop all'uso dei bambini soldato", "Nessuno tocchi Caino", "Attivarci per i bambini del mondo", "Salvare l'infanzia", "Bambini di strada", "Salam Ragazzi dell'Olivo", "Mai più violenza sulle donne", le esperienze del microcredito tipo "Grameen Bank" di Yunus, "Il nostro mondo non è in vendita" (Not for sale), "Per la Riforma della Banca Mondiale", "Per l'accesso ai farmaci essenziali", "Stop Aids", "No dumping", "Meno beneficenza più diritti", "Vogliamo i nomi", "Agenda 21", "Impronta ecologica", "Progetto Continenti", "Ambalaki", i boicottaggi verso ditte e prodotti complici delle guerre, "La mia spesa per la pace", "Acqua è vita", "Acqua di tutti", "Acqua per la vita", "Sorella acqua". Infine, "Balconi di pace", "Fuori l'Italia dalla guerra", "l'Italia ripudia la guerra" (attuazione articolo 11 della Costituzione), "l'Europa ripudia la guerra", il "documento di Verona" per un'Europa neutrale e attiva, disarmata e nonviolenta, "Nessuno è straniero in Europa", "Nella mia città nessuno è straniero", i Permessi di soggiorno in nome di Dio, le adozioni a distanza e l'adozione a vicinanza, "Semi di pace", l'iniziativa scout "Luce della pace" (promossa da Agesci, Masci, Cngei, Amis, Fse, Szso), "Anno di Volontariato Sociale", Ufficio Nazionale per il Servizio Civile. In occasione della mobilitazione per la pace del marzo 2004 e delle successive elezioni europee, accanto alla Rete Lilliput è nato il "Tavolo delle Campagne" composto da Aifo, Botteghe del Mondo, Beati i costruttori di pace, Bilanci di giustizia, Per la Riforma della Banca Mondiale, Ctm Altromercato, Innovazione e Reti per lo Sviluppo (Ired), Mani Tese, Pax Christi, Wwf; contemporaneamente, è stata lanciata l'idea di un "Comitato Nazionale per la Ricostruzione della Politica Estera dell'Italia"
  11. L'informazione e la riflessione proposte da "Nigrizia", "Raggio", "Mosaico di pace", "Missione oggi", "Cem-Mondialità", "Azione nonviolenta", "Solidarietà Internazionale", "Mondo e Missione", "Rocca", "Testimonianze", "Il Dialogo", "Qol", "Tempi di fraternità", "Confronti", "Altreconomia", "Altrafinanza", "Altromercato", "Valori", "Volontari per lo sviluppo", "Limes", "Giano", "Internazionale", "Guerre e pace", "Marea", "Narcomafie", "Viator", "Amnesty International", "Emergency", "Il Corriere dell'Unesco" (ora sospeso), "Rifugiati", "I Care", "Il Contesto", "Fondazione Internazionale Lelio Basso", "Le Monde diplomatique", "Alternatives Sud", "Pace, Diritti dell'Uomo, Diritti dei popoli" (Archivio Pace Diritti Umani), "Vita", "Carta", "Mani Tese", "NotiCum", "msfnews", "Volontariato", "Volontari lvia", "Popoli e Missione", "Il missionario", "Famiglia cristiana", "Jesus", "Esodo", "Nuova responsabilità", "Adista", "Strumenti di pace", "La via libera", "Quaderni dell'interculturalità", "Quaderni di Mosaico di pace", "Il margine", "Il foglio" (di Torino), "Note mazziane", "Qualevita", "Latinoamerica", "Fatti in Brasile", "Royo e negro", "Pacedifesa", "Pax Christi Informazioni", "Italia Caritas", "Terre di mezzo", "Eco", "La nuova Ecologia", "Satyagraha", "L'Incontro", "Anbamed Notizie dal Mediterraneo". è bene accennare anche ai giornali telematici come "La nonviolenza è in cammino" e "Il Grillo parlante", alla Campagna sui diritti di comunicazione nella società dell'informazione (Cris-Italia), a punti informativi come "Media watch global", "International press service" (Ips), "Peacelink", "Peace Reporter", "Derechos Humanos", "Human Rights Watch", "Nowartv", "Megachip" (Comunicazione nella Democrazia), Fondazione InMediata-Laboratorio d'inchiesta sul diritto all'informazione, "Global Research", "Global Outlook", "Lillinet", "Misna", "Carta", "Femmis", "Sbilanciamoci", "Lunaria", "Punto rosso", "Arcoiris", "Tutti giù per terra", "Parolestorte", "Articolo 21 liberi di", "Network Disarmo", "Nonviolent Peaceforce", "MediAzioni", "Luci nel mondo", "Informarvi", "Educare.it", "I Care", "Pax Christi", "Riconciliazione" e molti che stanno sorgendo nelle associazioni e tra lillipuziani come Giulietto Chiesa, Alessandro Marescotti, Carlo Gubitosa, o in Amnesty International e nel Centro diritti della persona e dei popoli di Padova. Tra le case editrici storiche sui temi della pace, è necessario ricordare "La Locusta", le Edizioni "Cultura della Pace", le Edizioni "Gruppo Abele" e "La Meridiana"
  12. Politica internazionale delle "città per la pace" a partire dalla tragedia di Hiroshima e sullo slancio dell'opera di Giorgio La Pira a Firenze negli anni '50 e '60. Negli anni Ottanta è sorto un Coordinamento degli Enti Locali per la pace che ha favorito il moltiplicarsi dei gemellaggi o esperienze di "denuclearizzazione" del territorio e delle coscienze e che agisce di concerto con le Assemblee dell'"Onu dei popoli" di Perugia; c'è anche un Coordinamento europeo e mondiale delle città per la pace così come una Rete "Nuovi Municipi" che cerca di diffondere esperienze di "bilancio partecipativo" o avviare le Assemblee del Municipio dei Popoli.
  13. Movimento contro la mafia e la criminalità che, negli anni '90, prima e dopo l'assassinio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (che hanno offerto il loro nome a gruppi e fondazioni), ha visto tra i protagonisti della lotta per la democrazia e la legalità cittadini di vario orientamento (tra essi, Peppino Impastato, Giuseppe Fava, Pino Puglisi, Peppe Diana, Antonio Caponnetto, magistrati, giornalisti, sindaci, sacerdoti, operatori sociali, politici e culturali), organizzazioni come le Comunità di Accoglienza; la galassia di "Libera - associazione nomi e numeri contro le mafie" con i suoi progetti di "educazione alla legalità-costruire la solidarietà" (tra gli animatori, Luigi Ciotti, Rita Borsellino, Giancarlo Caselli), il Consorzio "Sviluppo e Legalità", il progetto "Il Progresso nella Legalità", il Gruppo "Mafia e Nonviolenza" di Palermo; i "Comitati per la Costituzione" di Giuseppe Dossetti o i gruppi "Pace e Diritti" di Raniero La Valle; il Coordinamento nazionale antimafia; "Avviso Pubblico"; il "Calendario della Memoria" dell'Associazione magistrati di Palermo; l'Associazione dei parenti e dei familiari delle vittime delle stragi di Ustica e di Bologna; il Comitato genitori di militari caduti in tempo di pace; l'Associazione Nazionale Assistenza Vittime Arruolate nelle Forze Armate  e Famiglie dei Caduti (Anavafaf).
  14. La nonviolenza "giuricostituente", o per la "giustizia riconciliativa-ricostitutiva", visibile nelle esperienze di "riconoscimento reciproco", nelle "Commissioni per la riconciliazione" operanti in Algeria, Israele e Palestina, Sudan, Congo, Argentina, Perù, Sierra Leone, Liberia, El Salvador, Rwanda, Guatemala e altri paesi; nella famosa esperienza sudafricana di Desmond Tutu; nella Fondazione per i diritti umani coordinata da Rigoberta Menchù; nell'iniziativa delle "Donne in nero" (nate a Belgrado nel 1991), della "Sudan Women's Voice for Peace" e di alcuni movimenti delle vittime delle violenze; in centri studi per la pace come quello di Viterbo e altri citati; nell'opera di tante persone o gruppi presenti nei luoghi dell'odio e dei conflitti. Nella rivista "Concilium" (n. 5, 2003) sono raccontate alcune attività di riconciliazione, come quelle di Virginia Vargas in Perù, di Shobhakar Budhathoki nel Nepal, di Vasudha Narayanan in India, Stati Uniti e Cambogia, di Robyn Reynolds in Australia, di Tonya Gonnella Frichner (fondatrice della "American Indian Law Alliance"), di Eleazar Lopez Hernandez in Messico, del salvadoregno Jon Sobrino, del dirigente Onu Tapio Kanninen, del belga Francois Houtart, della teologa messicana Maria Pilar Aquino. Degna di nota è la "Procura per la Difesa dei Diritti Umani" di El Salvador, animata dalla torinese Beatrice Alemanni Carrillo.

© 2024 Coord. di Volontariato di Arosio ODV

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